VENEZIA MAN(N)ARA

Posted on novembre 30, 2008. Filed under: Artisti | Tag:, , , , , , , , |

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Leggevo un’intervista a Milo Manara sul Gazzettino Illustrato in cui l’artista racconta i suoi prossimi progetti e alcuni sogni nel cassetto tra cui una possibile Biennale del Fumetto proprio nel capoluogo lagunare.

La boutade è di quelle grosse: una Biennale che avrebbe Hugo Pratt come nume tutelare. Amanti o meno del fumetto d’autore, è una prospettiva che ci fa respirare atmosfere di sognanti utopie culturali. Mentre i “grandi”progettano, noi aspettiamo, usando come palliativo di lusso “Nuovi Sogni”, il prossimo allestimento alla Fondazione Quercini Stampalia, evento di punta delle prima edizione della Rassegna Venice Comic Art Festival.

Per Nuovi Sogni Milo Manara ha realizzato appositamente molte opere, tra cui due quadri ad olio della serie del Pittore e la modella, uno ispirato a Tiziano “per la capacità di trasmettere quella sensualità profondamente veneziana”, l’altro a Paolo Veronese “allo spirito edonistico e libero che incarna”.

Diversamente da un’antologica, tutte le opere esposte sono inedite e quindi si potrà vedere tutto quello che in questo momento sta bollendo in pentola. Fumetti come Borgia, scritto con Jodorowsky e Pandora, scritto con Vincenzo Cerami (che saranno pubblicati in Italia solo l’anno prossimo). Ci sarà anche una parte del grande lavoro fatto per Dino De Laurentis per il film di Barbarella e le anticipazioni grafiche per il progetto di un film che è ancora in piedi sull’Odissea.

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C’era una volta Venezia, la pioggia e…

Posted on settembre 23, 2008. Filed under: Arte, Mostre | Tag:, , , , , , , , |

 … e una storia da raccontare.

Squilla il telefono sabato mattina. Non faccio in tempo a rispondere: guardo il display, è un numero strano. Non è italiano ma ha un che di familiare. Lo richiamo o no? Alla fine mando un sms “Gena, it’s you?”. Perchè l’unica possibilità è che sia Gena, la responsabile del Dipartimento Coproduzioni Internazionali di MRTV, la tv nazionale Macedone con cui collaboro. Il telefono squilla ancora. Ecco di nuovo il numero strano. Non è Gena, però, è Lydia. Occhi azzurri, inglese terribile, vestiti bucherellati dalle tarme. Me la ricordo bene: è una delle giornaliste culturali della Rete Macedone. Mi aveva promesso che se fosse venuta in Italia mi avrebbe chiamato ma per farlo ha scelto una delle mattine meteorologicamente più infernali degli ultimi 6 mesi.

Così, mentre l’Uragano Kathrina, tentava di distruggere la mia povera Lupo, sono riuscita a raggiungere Piazzale Roma. L’appuntamento – per un caffè – era al Collegio degli Armeni, dove si sarebbe inaugurato il padiglione macedone di architettura all’interno della Biennale. Mi sono trascinata dietro anche un ombrello per raggiungerlo ma, si sa, a Venezia il problema non è tanto l’acqua che cade dall’alto, ma quella che sale dal basso!

Praticamente solo a metà strada avevo già fatto fuori il paio di (furbissime) espadrillas che avevo scelto per l’ottima giornata e i miei pantaloni di (spero) vero cotone made in China si erano sciolti fino al ginocchio, quando ho intravisto un bel sotoportego dove rifugiarmi dalla furia degli eventi.  

Lì, in mezzo alle pantegane e al sudiciume, c’erano altri due ragazzi che cercavano un modo per salvarsi dall’umidità. Uno alto, uno basso. Uno visibilmente straniero, l’altro visibilmente italiano. Tra di loro parlavano inglese. Non c’era altro da fare che attaccare bottone. Così scopro che l’italiano è un architetto bolognese che accompagnava l’amico architetto straniero a salutare il fratello che esponeva al Collegio degli Armeni. Che coincidenza, ho pensato. Tutti diretti là.

Passano 10 lunghissimi minuti di chiacchiere e pioggia. Poi decidiamo tutti e 3 di affrontare il muro d’acqua, unendo gli ombrelli, per raggiungere la Biennale. Come in un unico abbraccio, come The Dreamers, come in un piccolo sogno affogato dalla pioggia torrenziale. Arriviamo al Collegio fradici e stupiti di questa piccola avventura bagnata, durata lo spazio di qualche metro, intensa oltre le parole.

All’interno del Palazzo l’acqua alta aveva già inghiottito la metà delle paia di scarpe griffate di consoli, ministri e ambasciatrici. Ci separiamo: loro cercano il fratello dell’architetto straniero, io cerco Lydia.

Ci ritroviamo tutti in una sala: Lydia stava intervistano dil fratello dell’architetto straniero. Evidentemente, quel giorno, il nostro incontro, era proprio destino.

Un saluto quindi ai miei nuovi amici: Jovan, Giovanni, Enka.

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La Biennale, un secolo d’arte per tutti

Posted on aprile 28, 2008. Filed under: Mostre | Tag:, , , , , |

Un’importante collezione veneta normalmente non accessibile al pubblico è quella in mostra al Palazzo della Ragione di Verona. Perchè la Biennale, il cui nome è legato tradizionalmente al capoluogo lagunare, non è solo “cosa veneziana”, ma anzi, ha stimolato per decenni numerose scuole artistiche in tutta la Regione che poi si sono legate alla celebre iniziativa culturale.

Una cosa molto carina è che la rassegna è introdotta da una selezione di riproduzioni fotografiche dei maggiori protagonisti dell’arte del 20° secolo, ritratti al lavoro durante l’allestimento del loro spazio espositivo alla Biennale.

 

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Quei terribili Anni ’70

Posted on febbraio 8, 2008. Filed under: Iniziative | Tag:, , , , |

Stavo leggendo su Wikipedia tutto quello che è successo negli anni’70: i bloody sundays, l’attentato alle Olimpiadi di Monaco, la Guerra Fredda, il Golpe in Portogallo, la Dittatura dei Colonnelli in Grecia, la fine del regime franchista in Spagna, lo scandalo Watergate, la guerra in Libano, la morte di Mao, la guerra in Iran, la deposizione dello Scià di Persia, la morte di due Papi e l’elezione di Giovanni Paolo II, la nascita della musica Punk, l’invenzione del walkman e, in Italia, tutta una serie di attentati, disordini e tensioni conosciuti ora con il nome “anni di Piombo”.

In tutto questo casino la vita è comunque andata avanti, producendo, con le sue luci e le sue ombre, una nuova cultura. Parte di essa ora è facilmente riconoscibile come fortemente contestualizzata in quegli anni ma altra… altra ormai fa parte di noi, senza distinzione alcuna.

In modo particolare, a Nordest, gli anni ’70 furono anni – mi dicono, io non c’ero – di forte “traffico” culturale dove Venezia era il faro e altre città come Padova, Verona o Trieste (ovvero le città universitarie) i satelliti di un mondo che stava cambiando.

In questo servizio ho analizzato il caso della Biennale che, udite udite, nel bel mezzo di quei terribili anni, addirittura si fermò.

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Electric Gipsy Night a Mestre

Posted on gennaio 14, 2008. Filed under: Arte | Tag:, , , , , , , , , |

 

Avrei voluto scrivere che è stata una notte “bellissima”.

In realtà il mio giudizio è più sbilanciato sull’ago dell'”interessante”.   In occasione della chiusura del primo Padiglione Rom di arte contemporanea alla Biennale di Venezia (Paradise Lost), il Parco San Giuliano di Mestre, ancora nel novembre scorso, ha ospitato ‘Electric Gipsy Night, una festa di musica e cultura gitana con i KAL, band serba dalle sonorità blues balcaniche. L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Venezia in collaborazione con L’OSI (Open Society Institute) di Budapest.  L’idea era quella di contribuire alla conoscenza del popolo Rom e della loro cultura al di fuori dei soliti pregiudizi che, mai come tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, hanno dato i loro deprecabili frutti in Italia e nel Veneto.

Senza nulla togliere all’encomiabile scopo della serata, per troppe vole le parole, soprattutto quelle degli amministratori e della politica, hannjo interrotto un flusso di emozioni che, a mio parere, parlava da sè, dimostrando da solo, senza bisogno di aiuto, la potenza e la forza di una tradizione che ci è ignota…

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