Neruda, poeta del mare e dell’amore

Posted on aprile 28, 2010. Filed under: Arte | Tag:, , , , , |

Oggi e domani sarò impegnata tra Padova e Villorba alle librerie Feltrinelli e Lovat per la presentazione dell’ultimo audiolibro edito da “Il Narratore” e dedicato alle poesia d’amore di Pablo Neruda.

A parte che ho un debole per gli audiolibri (che in più di qualche occasione, in un’altra vita, hanno accompagnato le mie vacanze meditteranee), questo prodottino che sta nello spazio di una pochette dona davvero tanta gioia.

Le voci alternate di Alberto Rossatti e Salvatore Mangiapane sono la roca colonna sonore di quell’aore che tutti vorrebbero vivere, sentire, ricevere. Perchè allora non sognare?

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Della materia dei Blog #5

Posted on marzo 8, 2009. Filed under: Della Materia dei Blog | Tag:, , , , , |

La verità è che noi abbiamo qualcosa in più. Nel bene e nel male. Vivere la vita, qualsiasi cosa questo significhi (lavorare, pensare, discutere, costruire) impegna le nostre risorse a 360°. Non conosco nessuna donna che sia lavoratrice e basta, madre e basta, volontaria e basta, casalinga e basta, studentessa e basta. Siamo tutte, contemporaneamente, queste cose anche qualcuna in più. Perché dopo il lavoro, c’è sempre la casa da mandare avanti e magari anche qualche passione da non dimenticare. O perché oltre ai bimbi, rimangono le amiche, i libri e l’Associazione TalDeiTali. Siamo tutto, in una sola volta. Tutto per tutti.

Mentre gli uomini stanno nel guado della semplicità, che spesso si trasforma in una noiosa banalità. O, ancora peggio, non si trasforma in nulla, bloccati come sono dai loro schemi emotivi dove il dovere o l’orgoglio contano più dell’amore. Portare a casa i soldi. Ogni tanto farti un regalo. Ogni tanto prestarti una spalla. Ogni tanto sparecchiare la tavola, o spostare i calzini puzzolenti. Ogni tanto accontentarti. Ma poi, dentro di loro, che vita si costruiscono? Hanno tutte le alternative interiori che abbiamo noi? Quante frontiere innalzano che noi neppure abbiamo?

Ci evolviamo continuamente: bruchi e farfalle, bruchi e farfalle, un susseguirsi spontaneo di energie così forti e complicate che nessun uomo capirà mai.

Ogni tanto ci sfiorate, cari signori.

Ogni tanto pensate di capire. Ma tenete in pugno quella conoscenza per… quanto? qualche giorno? Troppo difficile farlo per tutta la vita. Troppo impegnativo sforzarsi così tanto. Troppo deprimente avere ogni minuto di fronte la prova di come si possa essere completi e intelligenti senza rinunciare di essere liberi di sentire, amare ed emozionarsi.

Tanto tempo fa Kate Bush, in una delle mie canzoni preferite, si augurava di poter “salire quella collina e fare un patto con Dio per scambiarsi i ruoli” tra uomo e donna, per capire quanto sia difficile (o facile) stare l’uno nei panni dell’altro.

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Della Materia dei Blog #3

Posted on ottobre 1, 2008. Filed under: Arte | Tag:, , , , |

 

Ci sono dei giorni in cui lavorare è un difficilissimo esercizio di finzione. Oggi, per me, è uno di quelli.

Però rifletto, eh! O sì. Complice una notte insonne – ormai non le conto neppure più – stavo valutando aspetti ulteriori del mio (non) rapporto con Mr. Big.

Il pensiero era più o meno questo: che spesso, sentimenti molto forti, non sono dovuti all’amore per l’amato, ma a vere e proprie carenze affettive passate.

Illuminazione! La colpa di tutto non è “esterna” ma interna.

Se ci pensate è molto più tranquillizzante, perchè è come se ci fosse la speranza di potersi migliorare e di non soffrire più, se solo riuscissimo a trovare quel “punto G” dove si concentra tutto il dolore degli amati.

Ricostruire gli “abbandoni passati”. Analizzarli, sezionarli, svantrarli e tirare fuori quelle metastasi di sentimenti che lo hanno caratterizzato. Capire tutto ciò ci permette di meglio superare la fine di un amore, di cambiare il “copione” passato.

Perchè il nostro modo di superare la fine di un amore è legato, dicono, ai nostri primi “abbandoni” quelli infantili. Non ricordo chi diceva “il bambino è il padre dell’uomo” ma pare che sia a seconda di come siamo stati “abbandonati” ed abbiamo vissuto e superato tali “abbandoni” da piccoli, che rivivremo quelli attuali e futuri.

Chissà cosa ho mangiato ieri sera per fare in modo che il mio cervello ragionasse in questo modo.

Devo ricordarmi il menù. 

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Scusa ma ti chiamo amore

Posted on marzo 18, 2008. Filed under: Cinema | Tag:, , , , |

Spero di non essere denunciata. Ma questo devo raccontarvelo.

C’è una regola non scritta in televisione che considera buona norma, quando si viene intervistati (o quando in genere si va in video), togliersi gli occhiali scuri, il cappello, le sciarpe, ecc… In realtà  è solo una regola di buona educazione.

Questa regola non vale per Federico Moccia, scrittore, regista e superstar che, nonostante la sua disponibilità a parlare con i giornalisti, probabilmente con il suo cappellino da baseball ci dorme pure… E se lo personalizza anche!!!

Non c’è stato verso di intervistarlo senza. Secondo me comunque, con quella roba in testa (nota bene: con su scritto “Scusa ma ti chiamo amore” in 2 colori!!) non fa una bella figura. Oddio… neanche se apre bocca a dirla tutta. Ad ogni modo, sempre meglio lui della carinissima esordiente Signorina Quattrociocche che pure ho intervistato ma, siccome sono donna dotata di sentimenti, ho evitato di mandare in onda perchè era intellettualmente improponibile: sulla fiducia Signorina Quattrociocche (come dice un caro amico), le ho evitato una brutta figura!

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